La donna


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Seconda guerra mondiale

Storia

Seconda guerra mondiale

Molte madri, nel 1941, quando la seconda guerra mondiale è in corso di svolgimento, con i mariti al fronte provano l’emozione di firmare la pagella trimestrale dei figli, dove c’è scritto: “Firma del padre o di chi ne fa le veci”.
In marzo le donne cominciano a essere assunte come tranviere, postine o impiegate.
A tutte viene fatto un “contratto a termine” che sarebbe scaduto automaticamente appena la guerra fosse finita e gli uomini fossero ritornati dal fronte.
Poi iniziano le assunzioni alla Fiat e via via in tutte le fabbriche belliche e civili.
Il lavoro è molto faticoso e le operaie impiegate nelle fabbriche sono sottoposte a una disciplina militare, ma le donne provano per la prima volta l’ebbrezza di avere un po’ di denaro proprio da spendere senza essere obbligate a chiederlo al padre o al marito.
Intanto cominciano i razionamenti: ognuno riceve una tessera annonaria, con cui iscriversi a un determinato negozio dal quale può acquistare solo la quantità di alimenti stampigliate su un foglio chiamato “tessera”.
Le quantità vengono razionate e in Italia, le donne, proprio perché gli uomini sono in guerra, organizzano la borsa nera: i viveri arrivano dalle campagne, portati dalle contadine che entrano in città superando i controlli, con ogni genere di trucchi.
I prezzi si raddoppiano e i salari e gli stipendi sono bloccati dal primo anno di guerra.
Anche le signore borghesi cominciano a non avere denaro a sufficienza:
alcune danno ripetizioni agli alunni; altre si prendono l’incarico di scrivere indirizzi sulle lettere spedite dall’aziende; altre ancora diventano imprenditrici.
-Dopo l’8 settembre del 1943, il giorno dell’armistizio, la situazione diventa esasperata.


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