La donna


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Periodo fascista

Storia

In Italia il movimento d'emancipazione femminile è soffocato dall'avvento del fascismo che esalta la donna essenzialmente nel ruolo di madre.
Infatti Mussolini chiede che si facciano molti figli per dare alla Patria numerosi soldati e ai campi e alle colonie molte braccia per lavorare la terra: "il numero è potenza" è lo slogan del regime.
La donna diventa "l'angelo del focolare" ma è anche esclusa dall'insegnamento e dalla pubblica amministrazione, tanto che nel 1938 una legge stabilisce che la percentuale delle donne negli uffici pubblici non deve superare il 10%.
Nel discorso alle donne fasciste del 20 giugno 1937 il duce esprime quello che il regime chiede alle donne: "dare la prima impronta alla prole, che noi desideriamo numerosa e robusta, per creare soldati forti per difendere la patria".
Fin da piccole alle ragazze, inquadrate nelle Giovani Fasciste, viene inculcato l'ideale di divenire brave spose e brave madri prolifiche per l'incremento demografico della patria.
Il regime, mediante istituzioni come L'Opera Nazionale per la Difesa della Maternità e l'Infanzia (ONMI), ottiene l'aumento delle nascite.


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